Maria Organtini

La farfalla delle ore

Questo cielo agostano
avaro di stelle
mi tiene compagnia
mentre dormono
i fiori sul balcone.
Amore mio,
portami una conchiglia
e udrò il canto del mare.
Raccogli per me
un sasso solitario
ma caldo di sole.
La farfalla delle ore
danza nel tempo
e crea ombre di suoni
che recano la tua voce.

Nei colori del silenzio

II respiro della terra
sfuma in grigio l'aria silente.
Si rapprende, mistico, il nitore
di albe nate in grotte di ghiaccio.
Nera è la siepe invernale
racchiusi dormono i germogli
testimoni afoni della natura.
Sul terreno disseminano cicatrici
nere i rivoli gelati di brina.
Nei colori del silenzio
si veste la luna pallida
e sfiora le tue gote rosate
dal vento dell'inverno.
Come in un'alcova il manto
bianco della neve copre
i desideri della Primavera
e custodisce i segreti
del chicco di grano.

Fruscii d'autunno

Ho visto un filo d'argento
trafiggere la selva dei tuoi capelli
dove s'intrecciano amorose le mie dita.
Gioco innocente che strappa a te
risa e rossori.
E bello il rosa delle tue guance
come un tramonto d'estate trasuda
nei pensieri nascosti e i desideri
vietati, ma egualmente vivi
fecondano guizzi d'arte, creano
segni d'aria frammisti a schegge d'ambra.
S'apre il vortice che attanaglia
l'anima ribelle e genera spasimi.
L'Allodola fugge silenziosa nella nebbia
e cerca riparo sotto la vecchia grondaia.
Non senti il fruscio, solo il sibilo
dell'aria fresca che accarezza
il tuo volto amato.

Oltre la soglia

Oltre la soglia
vaga il silenzio
degli abbandoni.
Linfa umida percorre
le vene.
Non c'è luogo nascosto
in queste luci che appaiono
all'improvviso.

Maggio, svela i misteri
chiusi negli astri
sul sentiero delle viole
che fioriscono al balcone
e il frinire delle cicale
sotto le stelle.

Anche il rombo degli aerei
forando il cielo, squarcia
il velo della memoria.

La Pasqua del Signore

Quand'ero bambina
rubavo fiori di pesco
e li stringevo
nella mano avidamente.
(sudavano stille profumate)
Era il segno!
Oggi sento campane
che lacerano l'aria,
e mi volto a cercare
quella bimba di ieri.
Vorrei aprire le sue mani
toccare, anche un solo petalo ...
È rimasto il profumo
nell'aria e il suono
delle campane a testimoniare:
la Pasqua del Signore.

Questa volta del cielo...

Questa vòlta del cielo
avvolge l'anima.

Onde lunghe accarezzano
bianche distese dì sabbia
e fremiti di vento
scompigliano le nubi.

S'accende la lanterna
nella notte che avanza
e lunghe braccia d'alberi
lacerano nel tempo
una congiunzione d'astri
possenti.

Città verde

Mi stupisce il sole Verde
dì questa città che rincorre
dai buchi delle finestre
una voce che non sa parlare
ma urla parole antiche
antiche come i sassi
dei percorsi obbligati
nelle strettoie, impastate
dal sole Verde che gira
creando ronzii di vespe
assenti, fuggite per sempre
dalla città dell'uomo che
corre con il bavero alzato
nascosto alla sua ombra.

Oltre il cancello, i gerani rossi

Oltre il cancello, i gerani rossi
ammicano curiosi l'asfalto torrido
di un'estate assolata e sola ombra
il tuo volto partorito dalla mente
stanca, di segnali occulti, immagini
che ripercorrono sentieri dimentichi:
il presente, il passato, in fila
uno dietro l'altro passano
in questa strada fatta d'anima persa.

Frantumati gli angoli, restano
i riccioli del ferro battuto
sull'incudine del tempo.

Senza radici

Tu dici che noi divisi
non possiamo esistere
soli, distratti, così inquieti
seduti lontani: una sedia tu
una poltrona io. Uniti,
nell'anima, il corpo
non ci appartiene
fluttua nella stanza.

Le parole degli altri
non ci coinvolgono
la vita gettata al vento
senza radici, ci isola.

Eppure, il fuoco brucia dentro
è spasimo continuo che lambisce
altre frontiere verso cui aneliamo:
noi gabbiani imprigionati.

La danza dei delfini

Ti cerco nel colore
quasi per gioco
mentre azzurri delfini
danzano l’amore
in un mare
di cristallo.