Maria Organtini


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Poesie

Le opere Poetiche > 1994-Sulla sabbia del tempo - Ediz. Tipografica Sociale Monza


Parole...


Slegati dalle consuetudìni

(il serpente locale, tace)
i dialetti si mescolano
e l'azzurro diventa porpora
ci affranchiamo dalla fatica
per appropriarci delle parole
taciute, mai dette.

Parlare ai figli
tacere con le madri
e più di trecento esseri
che circolano in noi
Alieni nel mondo.

È giunta l'ora
di sciogliere le trame
che suggellano le labbra
perdersi nel vortice
alfabetico e pescare
a piene mani nel verbo:
AMORE


Ho ignorato

Ho ignorato il Tuo nome

fino a quando una lama di luce
ha perforato la mia anima.

Ti amo, come una madre
che culla il figlio.
Ti desidero come un'ape il fiore.

Dolcezza infinita che scioglie
la mia anima dalle trame
avverse del mondo oscuro.

Sento la tenerezza nel lembo
bianco che avvolge il Tuo corpo
sepolto, eppure vivo, in attesa.

Attendo, china, in preghiera
il Tuo ritorno, mormorando
il dolce nome ai fiori di pesco
che profumano l'aria.


La tartaruga verde

Si è svegliata una mattina

per caso
ai piedi di una montagna
tutta blu
un'arpa vibrava suoni
dita sapienti
giostravano la cascata
delle note
il giovane acerbo flautava
aforismi
in Si bemolle: non male
non male
l'occhio girava in tondo
in tondo
appariva la grande macchia
a sinistra
una perla d'argento sospesa
pendula
tra foglie di castagno dopo
l'acquazzone
un refolo smarrito penetra
il liuto
e trama nuovi concerti per
la silfide
Azzurrina che attende la sera
per danzare.


Notizie dal golfo


Scorrono le ore cadenzate
dai ritmi del telegiornale.
Appese ad un filo le speranze
le donne accudiscono ai figli
si prepara la cena e intanto
la mente corre al Golfo.
In tante case le cartoline d'allerta
angosciano i giovani
che non vogliono morire
perchè amano la vita.

Sì veglia e sì prega
convinti di non potere nulla
a fronte dì volontà superiori.
Dìo è grande
l'uomo non può valutarne
i confini.

Nostalgia di sole
è nell'aria pulita
senza sirene e tuoni di guerra.

La sabbia fine del deserto
narra leggende d'antichi eroi
che volano sulle dune
dolci datteri a grappoli
coronano le palme.

Una culla dì plastica
per il bimbo ebreo
un velo di plastica
per la sposa.
Pillole e spray
dono per sopravvivere.


Sipario rosso

Ho creduto, per un attimo
di scorgerti
maschera tra mille maschere
perse in teatro.

La luce dei tuoi occhi:
un fondale fantastico
tra mille fondali
trovati in teatro.

Un'incrinatura nella voce
con gli auguri cesellati
modellati dal teatro.

Un sipario rosso
aperto alla vita.


Hamburger e patatine fritte

Spigolature di vita masticata
trita
di parole riscaldate alla fiamma
flambèe
e ti scotti le labbra
che sanno di sale
amaro.

Scorre la birra tiepida
schiumosa
nel bicchiere di plastica
si sbriciolano le patatine
rotolando
tra i tavoli di un bistrò.


Il colore della sera


Il colore della sera

che avanza nel ciclo
si vela nel mistero notturno
per celare le malinconie
a stento trattenute
nel fluire del giorno.

Il rosa del tramonto
è come una caramella
offerta ad un bambino
compensa un torto subito
un dolore troppo grande
da sopportate in solitudine.

Ecco, la magia del colore
smaga un sorriso sul tuo labbro
subito rapito da una rondine
in volo verso il nido.


L’eterna luce

Ho udito il vagito di un bimbo

celato nelle profondità.
dì un sacco della spazzatura.

Ho visto un corpo nudo
avvolto in carta di giornale
e chiuso in un sacco di plastica.

Ho scavato sotto cumuli di terra
e tra le macerie di una casa
il pugno chiuso di un bimbo
mi ha insegnato il cammino.

Intravedo sparsi nel mondo
i germi del tuo amore.

A primavera, la neve sciolta
mostrerà l'ingresso della Tua capanna
e le stelle resteranno ferme nel cielo.

Sarà l'eterna luce
ad illuminare il Tuo volto
di bambino.


Andare una mattina...

Andare una mattina

assaporando
l'idea della primavera
scoprendola
nei vasi fioriti attorno all'Arengario.

Restare in compagnia
della Sirenetta
aspettare che la gente
ti passi accanto festosa.

Andare una mattina
esplorando vetrine.
Giù, giù, verso i Leoni
che non fanno più paura
soffrono di nostalgia e aspettano
aspettano la brigata allegra
ora che la poca acqua
sonnacchiosa e densa
trascina malinconie
nel suo fardello di scorie.

Ecco la primavera!
Tanti giovani
occhi di ogni colore
ridono come girasoli
i girasoli della giovinezza.

Dall'Arengario un raggio di sole
balugina sull'antica finestra
mi rimanda all'immagine tua.

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