Maria Organtini


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Il Libro

Le opere Poetiche > 1988-Breve stagione - Ediz. GR Besana Brianza

Prefazione

Vero è ciò che aiuta l’uomo¹


«I Padri erano nel deserto, ma il deserto non era in loro e questa è musica»
(Kafka, Colloqui con Kafka).


I versi di Maria Organtini sembrano generati da questa «musica», perchè ne hanno la profezia e la delicatezza.
II loro cammino si snoda lungo un filo che è limite sottile, non definito, «soglia fatata», dove la vita attraversa il sogno e il sogno l'ineffabile.
Credo non si possa accogliere fino in fondo «Breve stagione», senza conoscere le altre raccolte, l'incantamento de «La leggenda dell'ambra», ad esempio, o la forza felice di essere donna in «Uomo senza fine».
Le motivazioni crescono con lo stile e la oblatività poetica del tempo. Il dono della realtà, a volte generoso, a volte sofferto, si colora d'amore e di contenuto.
Questa Silloge è poesia totale, nel senso che la sua visione ha come oggetto il mondo, abitato da uomini e donne che ascoltano vicende e cose.
La prima parte è consacrata all'attesa, all'esplorazione della verità, palpitante in quei «riccioli di fumo». Poi, l'ansia si accende in ardore dichiarante e crea la seconda melodia.
La poesia di Prévert «A casa mia», più che una divisione è un ponte.
Maria Organtini restituisce un'attesa purificata dal fuoco della speranza, perchè non popola il deserto, ma la propria anima. La sua parola è insieme mezzo e fine, allusione e messaggio.
Il significato finale è in positivo, nella poesia di Maria nulla è disertato dallo spirito e tutto viene riconsegnato nella direzione della luce: simboli, miti, valori, fede, timidità e incontri.
La Silloge dice molto di più di ciò che vi sia scritto, va letta anche fra le righe, dove ciascuno di noi troverà un personale, profondo discorso con la vita.

Tina Beretta

1)Thomas Mann «La montagna incantata»

Introduzione dell’Autrice


La «Breve stagione» è quella in cui dura un amore. Il tempo, il luogo, non hanno importanza. Alla fine, il tempo è stato «tiranno» e il luogo «inospitale».
Restano i ricordi che puntualmente ritrovi ad ogni cambio di stagione: i colori nuovi che richiamano alla memoria profumi, immagini, atteggiamenti e ogni cosa che nel ricordo diventa patrimonio assoluto di chi l'ha ridestato.
Perché «Breve stagione»? Non è finita la vita, anzi, continua su altri parametri, in un vivere che incalza giorno dopo giorno, ma non restituisce ciò che ha tolto.
Gli amici cari che ci hanno lasciato non tornano, ma in noi hanno trovato un posto migliore. Perché ora siamo «liberi» d'amarli come avremmo dovuto fare «prima».
C'è fantasia in questi versi che scorrono liberi a volte ingenui, altre intriganti.
Quando i sentimenti d'amore toccano tutte le sfere dell'essere, è difficile solo per chi non ha mai amato comprendere perché anche una rondine in volo può significare il bisogno intenso e sofferto d'un'anima a congiungersi seppure in un gioco innocente di volute aeree.
La natura da sempre, soccorre il poeta con il mutare delle stagioni, i colori, gli umori tutti variabili si, ma vivi.
... Sento il fluire del tempo... e soffice il poeta s'incammina consapevole che tutto appartiene ad un ordine supremo, e si lascia prendere dolcemente senza resistenza alcuna in questo cammino paragonabile ad una «Breve stagione».
... il tempo che resta / s'accartoccia / in sillabe / e si consuma / in riccioli di fumo... Tutto passa, ogni cosa per colui che intende si evolve in una metamorfosi che pur adoperando immagini reali si trasmuta e sfugge tra le dita di colui che crede di costruire... immagini al futuro.


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